Il mare di Viareggio
Le vaste dimensioni dell'arenile di Viareggio, la sabbia soffice
e finissima e il dolce declivio del fondale sono ideali per la balneazione.
L'apertura dei primi bagni risale al 1828. Il "Nereo" e il "Dori"
sono stati i primi stabilimenti balneari d'Italia, che permettevano
la balneazione a uomini e donne rigorosamente separati. Con l'Unità
d'Italia furono aperti altri due nuovi stabilimenti balneari, il
"Nettuno" e il "Balena". Agli inizi del Novecento Viareggio, che
nel frattempo si era ulteriormente sviluppata, divenne meta di villeggiatura
privilegiata per gli aristocratici. Oggi le spiagge sono attrezzatissime
e in grado di soddisfare le diverse esigenze dei turisti. Gli stabilimenti
balneari, attualmente molto numerosi, curano i tratti di spiaggia
loro assegnati e li hanno dotati di servizi come piscine, bar, ristoranti
e diverse strutture sportive.
Torre Matilde
La massiccia Torre di Viareggio, detta impropriamente "Torre
Matilde" (attribuendone erroneamente la costruzione alla Duchessa
Matilde di Canossa) fu fatta edificare dal Governo lucchese con
deliberazione del 5 giugno 1534, in prossimità dello sbocco a mare
della Fossa della Selice (attuale canale Burlamacca), a difesa dei
magazzini e del nascente borgo.
La costruzione di questa torre, "missa in fortezza", fu eseguita sotto la sovrintendenza di Tommaso Montecatini, Jacopo Arnolfini, Martino Bonvisi, Bernardino Cenami, Filippo Calandrini e Francesco Balbani, utilizzando come materiale le bozze di pietra squadrata che furono ricavate dalla parziale demolizione del procinto del vecchio castello. La costruzione fu terminata, come previsto, nel 1542. Vicino alla Torre alcuni anni dopo fu edificato il palazzo destinato ad ospitare il Commissario di spiaggia, la massima autorità locale che aveva l'incarico di disciplinare il movimento delle merci che transitavano dal modesto scalo marittimo. Il palazzo fu collegato alla torre mediante un loggiato, per permettere al Commissario di portarsi al riparo delle sue spesse mura in caso di eventuali pericoli.
Originariamente la struttura si presentava come adesso la vediamo. Nei primi anni del XVI secolo fu rialzata di un piano e questa sopraelevazione fu demolita nel 1947 durante un primo restauro, eseguito dalla Soprintendenza ai Monumenti di Pisa. L'ultimo piano fu dotato di campanile a vela dove furono collocate due campane. Non prima del 1703, anche l'orologio pubblico che si trovava sulla facciata del palazzo del Commissario fu trasferito sulla sommità della Torre.
Nei primi anni dell'Ottocento la Torre fu adibita, per la prima volta a carcere non adatto per ospitare detenuti "criminali", poi anche a Bagno dei forzati. A partire dal 1823, dopo che le carceri furono trasferite a Camaiore, la torre fu destinata esclusivamente a Bagno dei forzati, fino al 1847 quando anche questa funzione fu soppressa dal Granduca di Toscana. Dal marzo 1848 al maggio 1849 divenne sede della Guardia Civica, poi rimase inutilizzata. Allora il Municipio chiese al Governo toscano di adibirla a carcere pretorile.
L'11 ottobre 1850 fu approvata "la cessione, a titolo gratuito, della sola Torre e delle due stanze annesse che finora hanno servito per carcere". La torre, definitivamente carcere, fu strutturata in sei celle, dai nomi convenzionali di "Pontida, Napoli, Mantova, Venezia, Solferino e Legnano", ognuna delle quali in grado di ospitare fino a sei detenuti, e mantenne questa funzione fino alla seconda guerra mondiale. Dopo anni di abbandono, lo storico monumento è stato restaurato ed aperto al pubblico. La Torre, dopo un accurato restauro conservativo, che ha riportato la struttura alla sua configurazione di origine, è sede di attività culturali ed espositive a carattere temporaneo.
La costruzione di questa torre, "missa in fortezza", fu eseguita sotto la sovrintendenza di Tommaso Montecatini, Jacopo Arnolfini, Martino Bonvisi, Bernardino Cenami, Filippo Calandrini e Francesco Balbani, utilizzando come materiale le bozze di pietra squadrata che furono ricavate dalla parziale demolizione del procinto del vecchio castello. La costruzione fu terminata, come previsto, nel 1542. Vicino alla Torre alcuni anni dopo fu edificato il palazzo destinato ad ospitare il Commissario di spiaggia, la massima autorità locale che aveva l'incarico di disciplinare il movimento delle merci che transitavano dal modesto scalo marittimo. Il palazzo fu collegato alla torre mediante un loggiato, per permettere al Commissario di portarsi al riparo delle sue spesse mura in caso di eventuali pericoli.
Originariamente la struttura si presentava come adesso la vediamo. Nei primi anni del XVI secolo fu rialzata di un piano e questa sopraelevazione fu demolita nel 1947 durante un primo restauro, eseguito dalla Soprintendenza ai Monumenti di Pisa. L'ultimo piano fu dotato di campanile a vela dove furono collocate due campane. Non prima del 1703, anche l'orologio pubblico che si trovava sulla facciata del palazzo del Commissario fu trasferito sulla sommità della Torre.
Nei primi anni dell'Ottocento la Torre fu adibita, per la prima volta a carcere non adatto per ospitare detenuti "criminali", poi anche a Bagno dei forzati. A partire dal 1823, dopo che le carceri furono trasferite a Camaiore, la torre fu destinata esclusivamente a Bagno dei forzati, fino al 1847 quando anche questa funzione fu soppressa dal Granduca di Toscana. Dal marzo 1848 al maggio 1849 divenne sede della Guardia Civica, poi rimase inutilizzata. Allora il Municipio chiese al Governo toscano di adibirla a carcere pretorile.
L'11 ottobre 1850 fu approvata "la cessione, a titolo gratuito, della sola Torre e delle due stanze annesse che finora hanno servito per carcere". La torre, definitivamente carcere, fu strutturata in sei celle, dai nomi convenzionali di "Pontida, Napoli, Mantova, Venezia, Solferino e Legnano", ognuna delle quali in grado di ospitare fino a sei detenuti, e mantenne questa funzione fino alla seconda guerra mondiale. Dopo anni di abbandono, lo storico monumento è stato restaurato ed aperto al pubblico. La Torre, dopo un accurato restauro conservativo, che ha riportato la struttura alla sua configurazione di origine, è sede di attività culturali ed espositive a carattere temporaneo.
Villa Paolina
La villa di Paolina Bonaparte (Ajaccio 1780 – Firenze 1825)
viene costruita nel 1822, ai limiti settentrionali di Viareggio,
isolata, sulla riva del mare.
E' maggio quando il musicista Giovanni Pacini ( Catania 1796 – Pescia 1867), fa richiesta, tramite il Maire di Viareggio, di ottenere 220 braccia quadre di fascia costiera per costruirvi un palazzo con giardino. Il 21 maggio 1822 la richiesta viene accolta.Il progetto della villa viene affidato all'architetto Giovanni Lazzarini che realizza una villa con impianto a simmetria centrale con un'applicazione ortodossa dell'ordine dorico e un'erudita ricerca di nuove interpretazioni della domus romana.
I caratteri neoclassici, mediati da una colta applicazione dei principi e dei metodi compositivi degli antichi, non troveranno seguito a Viareggio nelle ville che verranno costruite successivamente, dove dal periodo classico si attingeranno solo gli elementi decorativi. La residenza di Paolina costituisce quindi un esempio unico a Viareggio e una testimonianza di un concetto ancora esclusivamente aristocratico del villeggiare, "privilegio di una ristretta cerchia che per nascita, per cultura e interessi è alla ricerca di rifugi esclusivi.
L'edificio viene realizzato sulla riva del mare con l'intento di creare una piccola dimora appartata dalla mondanità e a contatto diretto con la natura: le camere da letto e i salotti sono tutti posti fronte spiaggia, così da poter mantenere una continua relazione col mare. La coloritura originaria del palazzo è, dopo il restauro, visibile nella parte di facciata rimasta inglobata al primo piano sopra il portico a colonne che filtrava il cortile d'ingresso con il giardino a settentrione.
E' maggio quando il musicista Giovanni Pacini ( Catania 1796 – Pescia 1867), fa richiesta, tramite il Maire di Viareggio, di ottenere 220 braccia quadre di fascia costiera per costruirvi un palazzo con giardino. Il 21 maggio 1822 la richiesta viene accolta.Il progetto della villa viene affidato all'architetto Giovanni Lazzarini che realizza una villa con impianto a simmetria centrale con un'applicazione ortodossa dell'ordine dorico e un'erudita ricerca di nuove interpretazioni della domus romana.
I caratteri neoclassici, mediati da una colta applicazione dei principi e dei metodi compositivi degli antichi, non troveranno seguito a Viareggio nelle ville che verranno costruite successivamente, dove dal periodo classico si attingeranno solo gli elementi decorativi. La residenza di Paolina costituisce quindi un esempio unico a Viareggio e una testimonianza di un concetto ancora esclusivamente aristocratico del villeggiare, "privilegio di una ristretta cerchia che per nascita, per cultura e interessi è alla ricerca di rifugi esclusivi.
L'edificio viene realizzato sulla riva del mare con l'intento di creare una piccola dimora appartata dalla mondanità e a contatto diretto con la natura: le camere da letto e i salotti sono tutti posti fronte spiaggia, così da poter mantenere una continua relazione col mare. La coloritura originaria del palazzo è, dopo il restauro, visibile nella parte di facciata rimasta inglobata al primo piano sopra il portico a colonne che filtrava il cortile d'ingresso con il giardino a settentrione.
Villa Borbone
Villa Borbone è posta al centro di una grande tenuta, a metà
strada da Viareggio e Torre del Lago, ed è cinta da una chiusa che
delimita il giardino affacciato con un monumentale cancello su Viale
dei Tigli. Il Palazzo è composto da un corpo centrale di tre piani
di forma compatta e da due ali a due piani che l'affiancano a nord
e a sud. All'estremità di queste ali vi sono due bracci perpendicolari
di uguale altezza, quello nord costituito dalla cappella mausoleo,
dove sono sepolti i sovrani di Lucca ed i loro discendenti, e le
stalle, mentre sul braccio a sud sono depositi e stanze di servizio.
L'edificio, pur avendo subito continui e notevoli rimaneggiamenti
fin dai primi anni della sua costruzione e per tutto l'Ottocento,
si presenta come un Palazzo di forma calibrata ed equilibrata, consono
ad una residenza di campagna che, da casino di caccia prima a casa
padronale di una tenuta agricola poi e infine come dimora di villeggiatura
con uno spirito ormai borghese, non fu mai una residenza ufficiale.
La chiusa ospita un corpo di fabbrica ad un solo piano molto allungato
che fungeva da limonaia, aperto con vetrate ad arco verso il giardino
dei fiori, posto davanti alla chiesa. Il resto del giardino ha una
conformazione a parco romantico con grande viale centrale ai lati
del quale sono boschetti con vialetti e radure che ospitano sedute.
Sul retro del palazzo è un piazzale ad emiciclo circondato dal boschetto
che conclude la chiusa della villa.
Museo "Alberto Carlo Blanc"
Il Museo Civico Preistorico e Archeologico "Alberto Carlo
Blanc" istituito nel 1974 ad opera dell´Amministrazione comunale,
nasce per esporre reperti preistorici provenienti da zone archeologiche
della Toscana nord-occidentale. (in un territorio compreso tra i
fiumi Serchio e Magra). Nel 1994 circa, l'esposizione assume l'attuale
fisionomia: ordinata in senso cronologico, essa è introdotta, relativamente
ad ogni fase presentata, da un'ampia ricostruzione ambientale e
culturale che si avvale di pannelli descrittivi, immagini, diorama,
calchi e plastici. Tutti i sistemi tradizionali di comunicazione
sono pertanto ampiamente utilizzati, e in modo integrato, per favorire
l'accesso dei visitatori ai dati presentati. Sin dalla sua costituzione,
il Museo è sede di un'intensa e articolata attività didattica rivolta
alle scuole del comprensorio e condotta da personale appositamente
formato. L'attenzione verso l'utenza in età scolare è ribadita da
alcune pubblicazioni, specificatamente dedicate all'infanzia, che
arricchiscono l'offerta editoriale, molto vasta e scientificamente
significativa, curata dal Museo. (da http://archeologiamedeievale.unisi.it)
Una vasta sezione preliminare è dedicata alle metodologie della
ricerca archeologica, al processo di ominazione, alla cronologia
e all'evoluzione dell'ambiente nel Quaternario.
Torre del Lago Puccini
Torre del Lago Puccini è una frazione di Viareggio
e conta circa 11.000 abitanti.
Il suo nome ha origine dalla presenza di alcune fortificazioni che sorgono sul vicino Lago di Massaciuccoli. Al nome originario di Torre del Lago è stato aggiunto in tempi recenti quello di Puccini per rendere onore del grande compositore Giacomo Puccini che qui visse e compose molte delle sue famose opere liriche. La sua villa è visitabile ed è meta di turisti ed appassionati di lirica provenienti da tutto il mondo. Ogni anno, nel periodo estivo, in onore di Puccini si tiene un Festival Lirico, il Festival Puccini Torre del Lago, organizzato dalla Fondazione Festival Pucciniano nel quale vengono rappresentate ogni anno, in un teatro all'aperto che si affaccia sul lago di Massaciuccoli, alcune Opere Liriche del grande compositore Lucchese da tempo presenti stabilmente nel repertorio Lirico Mondiale.
Torre del Lago è anche famosa per la sua marina, molto frequentata specialmente nel periodo estivo, per la presenza di ristoranti e discoteche, e per la spiaggia gay della Lecciona. Il paese di Torre del Lago, e la sua marina in particolare, è infatti anche internazionalmente conosciuto per essere diventato una destinazione internazionale di turismo LGBT, nell'ambito di Friendly Versilia, con oltre 100.000 turisti gay ogni estate.
Il suo nome ha origine dalla presenza di alcune fortificazioni che sorgono sul vicino Lago di Massaciuccoli. Al nome originario di Torre del Lago è stato aggiunto in tempi recenti quello di Puccini per rendere onore del grande compositore Giacomo Puccini che qui visse e compose molte delle sue famose opere liriche. La sua villa è visitabile ed è meta di turisti ed appassionati di lirica provenienti da tutto il mondo. Ogni anno, nel periodo estivo, in onore di Puccini si tiene un Festival Lirico, il Festival Puccini Torre del Lago, organizzato dalla Fondazione Festival Pucciniano nel quale vengono rappresentate ogni anno, in un teatro all'aperto che si affaccia sul lago di Massaciuccoli, alcune Opere Liriche del grande compositore Lucchese da tempo presenti stabilmente nel repertorio Lirico Mondiale.
Torre del Lago è anche famosa per la sua marina, molto frequentata specialmente nel periodo estivo, per la presenza di ristoranti e discoteche, e per la spiaggia gay della Lecciona. Il paese di Torre del Lago, e la sua marina in particolare, è infatti anche internazionalmente conosciuto per essere diventato una destinazione internazionale di turismo LGBT, nell'ambito di Friendly Versilia, con oltre 100.000 turisti gay ogni estate.